Fondo Monastero di S. Antonio

Le memorie storiche affermano che nella seconda metà del 1400 nel Monastero di S. Antonio vi era un oratorio di eremiti. Nel 1499 vi furono trasferite le Monache clarisse di S. Margherita di Rovetolo e le monache di S. Maria della Vittorina.
Il 1° gennaio 1636, per decreto del card. Carpegna, giunsero nel Monastero di S. Antonio anche le monache del Monastero di S. Elisabetta, chiamate anche Bizzocchelle.
Nel 1786 il vescovo Ottavio Angelelli, unì le monache clarisse di S. Antonio alle monache clarisse di S. Benedetto e nel Monastero di S. Antonio trasferì le monache del Terzo Ordine di S. Domenico, le quali avevano abitato per quasi due secoli nel Monastero di S. Biagio (Vicino ai Battilana, di fronte all’Abbondanza).
Le Terziare Domenicane, non disponendo delle rendite delle monache Clarisse, dovettero affrontare molti sacrifici, in particolar modo durante le soppressioni religiose: quella del 1808 del Governo francese e quella del 1860 del Governo italiano.
Nel 1955, durante l’episcopato di mons. Beniamino Ubaldi, le monache passarono dal Terzo al Secondo Ordine Domenicano.
A seguito della soppressione del Monastero con decreto del 7 marzo 2015, è stata donata all’Archivio diocesano di Gubbio documentazione prodotta dal medesimo Monastero ma anche da quello domenicano del SS. Rosario di Valentano (Viterbo), le cui monache nel 1933, erano state accolte nel convento eugubino.
La documentazione prodotta dai due monasteri domenicani è costituita da corrispondenza, inventari, atti di carattere guiridico, amministrativo e contabile, costituzioni e registri dei consigli e delle elezioni, memorie storiche e documentazione di carattere fotografico.