Fondo archivi parrocchiali

La prassi di compilare e conservare i registri parrocchiali ebbe origine con il Concilio di Trento, che stabilì norme precise in merito alla compilazione e conservazione di tali registri.
Fu il vescovo Mariano Savelli ad inserire per primo nel suo Sinodo, decreti inerenti la compilazione e la conservazione dei registri parrocchiali “Che ciasch’un curato tenga un libro nel quale scriva tanto il nome de quelli che si batezzaranno da loro, come delli compadri et commadri, che nelli battesimi se faranno; et anco notino quelli che saranno Cresimati et quelli che haveranno contratto matrimonio. Ciasch’un curato debbia far descrittione delle persone sottoposte alle lor cure ogn’anno, et quelle tener presso di se“.
Nel corso del suo episcopato il vescovo Savelli emanò vari decreti in merito e nel 1571 stabilì che tutti i libri parrocchiali già completati, dovessero essere portati in Curia per evitare una cattiva conservazione ed il rischio di dispersione.
Il fondo è costituito da registri di battesimo, cresima, matrimonio, morte e stati delle anime compilati nelle varie parrocchie della Diocesi.

  • Nel libro dei battesimi (liber baptizatorum) si trovano annotati il nome del battezzato, la paternità e la maternità, la data del battesimo, il nome del celebrante ed i nominativi di padrini e madrine.
    Nel libro dei matrimoni (liber matrimoniorum) sono indicati, più comunemente, la data della cerimonia del matrimonio, il nome del celebrante, il nome degli sposi, i nominativi dei genitori, la parrocchia d’origine, il nome dei testimoni. In alcuni casi i registri dei matrimoni possono riportare anche informazioni più dettagliate riguardo agli sposi come l’età, la professione, l’alfabetizzazione.
  • Gli stati delle anime (status animarum) sono dei registri che contengono dati anagrafici e religiosi degli appartenenti ad una determinata parrocchia. In tali registri si trovano indicati i fedeli di ciascun nucleo familiare, legati tra loro sia da parentela sia da vincoli per lo più di natura lavorativa. A partire dal capofamiglia, di ogni persona sono riportati dati quali: nome e cognome, età, rapporto di parentela che lo lega al nucleo familiare, condizione rispetto ai sacramenti di cresima, confessione e comunione.
  • Il libro dei defunti (liber defunctorum) è il registro in cui i parroci annotano i dati identificativi di coloro che sono morti e la loro condizione sacramentale.

I registri parrocchiali risultano fondamentali per conoscere la situazione religiosa e sacramentale di una parrocchia ma sono anche un valido supporto per ricerche genealogiche (in modo particolare prima dell’istituzione dell’ anagrafe post-unitaria) e studi di carattere demografico, antropologico, sociale e giuridico.